Arco, nata nel 2013, è l’unica comunità socio-terapeutica per adolescenti presente nella Svizzera italiana. Si tratta di una struttura residenziale aperta, con sette posti letto, che si avvale di un progetto individualizzato pianificato su dodici mesi per adolescenti sofferenti, in arresto evolutivo e agli esordi psicopatologici. Offriamo un luogo di cura, protezione, crescita e condivisione, in uno spazio dove la dimensione di gruppo, l’aspetto della residenzialità e della quotidianità permettono di integrare interventi educativi, socio-terapeutici, medico-psicologici e riabilitativi, promuovendo la ripresa dei naturali processi evolutivi dell’adolescente. Disponiamo anche di una Casetta, nel nucleo del paese, capace di accogliere due adolescenti: si tratta di un ponte tra la vita in Comunità e quella veramente autonoma e indipendente, per quei ragazzi che, alla fine del loro percorso, non possono essere reinseriti nel loro contesto famigliare. Durante la permanenza nella Casetta (prevista per sei mesi) i ragazzi devono mantenere un’attività formativa/lavorativa all’esterno. La Comunità è inserita nel più ampio contesto dell’Istituto Canisio e può beneficiare di tutti i grandi spazi esistenti: il parco, la sala riunioni, la palestra, il campo da calcio e quello da basket, le serre, gli orti, la piccola fattoria, il teatro, la chiesa, il bosco. La collocazione all’interno del grande Istituto, non solo geograficamente, ma soprattutto culturalmente, e il suo inserimento al centro del paese di Riva San Vitale rendono particolare il contesto in cui si situa la nostra piccola Comunità. Arco accoglie ragazze e ragazzi, di età compresa tra i 15 e i 18 anni, il cui sviluppo psichico richiede un‘attenzione specifica di tipo psico-socio-terapeutico e di uno spazio e un tempo necessari per riavviare processi evolutivi interrotti; per sperimentare nuove relazioni significative, per ricostruire, rinarrare e risignificare la propria storia personale con lo scopo di raggiungere un adeguato recupero funzionale. La Comunità risponde al bisogno di un collocamento residenziale per quelle situazioni che non possono essere accolte con una presa a carico ambulatoriale. Al giovane sono quindi richieste: la capacità di separarsi dalla famiglia, la capacità di tollerare la riduzione della libertà, la predisposizione al lavoro (mentale, psicologico e fisico) l’umorismo. L’intervento si basa su un approccio condotto da un’équipe multidisciplinare composta da una ventina di operatori con differenti professionalità: direttore sanitario, pedopsichiatra, psicoterapeuta, psicologo, educatore, infermiere in salute mentale, pedagogista, conduttore di laboratorio. Il lavoro si avvale di tutti gli interventi necessari secondo una modalità integrata e coerente con le complesse dinamiche psichiche, i bisogni dei ragazzi e delle realtà coinvolte nello svolgimento del progetto. Il percorso inizia con la segnalazione del giovane da parte di un servizio inviante e si sviluppa attraverso tre fasi progressive. I primi approcci avvengono nella fase di avvicinamento, che prevede dei colloqui e la partecipazione ad alcuni laboratori e pranzi. Questo consente al giovane e all'équipe di stabilire un primo contatto. L'ammissione porta alla firma del patto terapeutico, sia come condivisione delle regole interne che dei primi obiettivi generali del percorso. In questo momento inizia la prima fase, incentrata soprattutto sull'accoglienza, la conoscenza reciproca e l'inserimento in un nuovo contesto di vita, gettando le basi affinché il giovane possa fidarsi ed affidarsi. Le attività svolte avvengono all'interno della comunità e la settimana è strutturata attraverso i laboratori. Il lavoro educativo si sviluppa nella quotidianità, consentendo al giovane di acquisire ritmi di vita regolari e la possibilità di vivere esperienze diversificate all'interno di una dinamica di gruppo. I contatti con l'esterno e con la famiglia, sono ridotti e mediati dall'équipe. Dopo questo periodo d'osservazione, si passa alla seconda fase, in cui avviene la stesura del primo progetto terapeutico individualizzato, che consente, sia di effettuare una valutazione del percorso considerando aree specifiche, che di formulare una progettualità concreta attraverso obiettivi ed interventi, condivisi col giovane e la rete. Sono mesi di sviluppo in cui il giovane è "all'opera", attivando le sue risorse e sviluppando nuove capacità. La terza fase è quella che si concluderà con la dimissione. Quest'ultima è pensata e preparata anticipatamente attraverso un periodo di sperimentazione e verifica, dove il giovane si confronta gradualmente con l'esterno. La nostra offerta non si limita alla presa a carico individuale di tipo socio-educativa, comprende anche la partecipazione di tutti i residenti agli spazi di lavoro all’interno dei vari laboratori terapeutici, condotti da specialisti della materia. Al centro del lavoro c’è la fiducia che ogni individuo possieda un sé sano, all’interno del quale si trova il potenziale creativo; vediamo perciò il processo creativo come un’esperienza curativa di scoperta di sé. Vengono inoltre offerti: la psicoterapia individuale (l’obiettivo principale è quello di aumentare la capacità critica e la consapevolezza, indagando la natura e l’ampiezza dei conflitti, analizzano le risposte ad essi e cercando infine di elaborarli); la psicoterapia di gruppo (con la mediazione e il sostegno di due terapeuti vengono affrontati temi di differente natura, con i quali i ragazzi si possono confrontare e attorno ai quali costruire un pensiero personale e di gruppo); la consulenza pedopsichiatrica (il pedopsichiatra si occupa della presa a carico dei giovani attraverso dei colloqui, in particolare segue chi assume una psicofarmacologia); il lavoro con le famiglie (parallelamente al lavoro col giovane è svolto un accompagnamento della famiglia, parte attiva nel percorso del figlio, con lo scopo di riflettere sul sistema famigliare e sulle relazioni). |